Australian Open: Djokovic cala il tris
Il serbo raggiunge Agassi e Federer a quota 4 titoli, in loro compagnia due tennisti indigeni, che però festeggiarono il proprio primo titolo d'Australia 60 anni fa. Leader di questa speciale classifica è l'immenso Roy Emerson, che ne vinse 6 in 7 anni a partire dal 1961. L'australiano vanta poi un primato:è stato infatti l'unico in grado di aggiudicarsi tutti e quattro i Major sia in doppio che in singolare.
Altri tempi quelli, in cui l'Australia era terra lontana e non raggiungibile in poco meno di 24 ore. Infatti la prima finale europea fu tra Wilander e Lendl, con lo svedese ad aggiudicarsi il titolo in tre set.
Tornando ai giorni nostri, per Djokovic si tratta della terza vittoria consecutiva nel Major d'Australia, di contro la terza finale persa negli ultimi quattro anni da Andy Murray, che per la prima volta si aggiudica un set nell'ultima alla Rod Laver Arena. E per giunta il primo, indirizzando la partita dalla sua parte dimostrando di poter impensierire non poco il numero uno al mondo. Ma chi di tie-break ferisce, di tie-break perisce: il secondo set, questa volta, è appannaggio del serbo che concede tre punti al tennista di sua Maestà.
E lì il cortocircuito. Un limite non da poco - quello mentale - per un tennista dalle potenzialità enormi, ma che nel miglior stile inglese è sempre molto emotivo, nel bene e nel male. Lo avevamo visto venerdì con Federer, pur sopra nel punteggio. Lo abbiamo visto stamattina: Andy soffre la pressione dei big. E se dall'altra parte c'è uno squalo come Djokovic, che non appena sente l'odore del sangue si abbatte sulla prede, il banchetto è pressochè servito: 6-3, 6-2 nei rimanenti set, che eleggono una volta di più Nole re d'Australia e numero uno al mondo, senza discussioni.
Luca Pelliccioni