Un’occasione per diventare grandi o per lo meno uscire definitivamente dalla dimensione salvezza, il Bellaria la perde in casa. Che è ormai un classico, ma questa volta fa ancora più male perché i romagnoli giocano più di un’ora in superiorità numerica senza riuscire a far male ad un Celano piccolo, rognoso, organizzato. Fatica ad esprimersi la squadra di Campedelli contro un avversario che parte meglio e arriva sempre primo sulla palla. Ma al 22’ può cambiare il mondo. Giunchi dentro per Pfitscher, il macchinoso Rapino raspa e poi affetta. Rosso diretto da regolamento e quindi una vita in superiorità numerica. Ballardini prova a spaccare la difesa, ma Tabanelli ci mette un pretenziosissimo tacco e buona lì. Ripresa con De Cenco per l’evanescente Tabanelli e l’idea è quella di un assalto all’arma bianca. Ma il brivido è glaciale quando la zolla assassina uccella Cusaro e Renna è bravissimo a restare in piedi e chiudere il diagonale a Sabatini. Negli spazi stretti il Celano resta corto ed aggressivo, quell’uomo in meno proprio non si vede, Liverani è attento su Fall. Chi si apre e si concede paradossalmente è il Bellaria che si fa pescare con la linea alta e disunita. Falomi la punta e la punisce e sul Nanni cala la sera. Un terreno gibboso sul quale far girare la palla è roba da marziani fa il resto. E la reazione sta in un paio di cose appena. L’ultima girata di Pfitscer è deviata in angolo. La striscia del Bellaria si chiude qui.
Roberto Chiesa
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