Boston 2024: l'identikit di un gigante

Gli States calano la carta Boston: sarà la capitale del Massachussets a sfidare Roma nella corsa all'organizzazione dei XXXIII Giochi Olimpici del 2024. Gli Stati Uniti ha operato la miglior scelta possibile, dopo la cocente delusione del 2009 quando a Chicago – la città Natale di Obama – venne preferita Rio de Janeiro. Il Comitato Olimpico statunitense ha scelto Boston davanti alle candidature della capitale Washington D.C., Los Angeles – già due volte città olimpica – e San Francisco.
Un'opzione suggestiva, anche se il CIO sembrerebbe indirizzato verso una scelta europea per l'edizione del 2024. Boston ha tutto, non solo lo sport. Detto di Celtics (la franchigia che ha vinto il maggior numero di anelli nella storia dell'NBA), Red Sox e Patriots, tra le formazioni storiche negli sport americani, Boston è infatti anche epicentro storico e culturale istruzione, cultura e storia. Due delle migliori università al mondo sono nel New England: MIT, Harvard e la Boston University, mica briciole.
I recenti fatti di cronaca e attualità conferiscono poi alla città dell'East Side un contorno di riscatto e rivincita: nessuno infatti ha dimenticato l'attentato alla maratona di Boston del 2013, in cui persero la vita tre persone e altre 264 furono ferite.
Qualcuno dall'Italia tira il fiato nel vedere il gigante statunitense concorrere con la capitale italiana, nel timore che l'ipotetica assegnazione a Roma delle Olimpiadi avrebbe potuto condurre il Bel Paese in un vortice di indebitamento difficilmente ammortizzabile nel breve periodo e potenzialmente debilitante.
Ma non è tutt'oro quel che luccica attorno alla candidatura di Boston, almeno così titola il Boston Globe: delle recenti edizioni a Cinque Cerchi, solo Barcellona nel '92 è riuscita a trarre benefici economici e a sfruttare appieno investimenti in infrastrutture strapazzate in due settimane abbondanti di gare.
A sostenere questo punto di vista, la proposta di spesa che Boston ha sottoposto al Comitato Olimpico statunitense: 4.5 miliardi di dollari, al netto di onerosi costi di trasposto, da soddisfare principalmente con i servizi pubblici.
Pericolo inesistente, perchè Boston non la spunterà, almeno secondo David Wallechinsky – presidente Società internazionale degli storici olimpici – che individuava nella portata internazionale delle altre candidate americane maggiori possibilità di successo.
Il tutto senza considerare che non sarà certo corsa a due da qui al 2017, quando a Lima il CIO prenderà una decisione definitiva: Francia e Germania sono infatti pronte a candidare Parigi e Berlino, che dovrebbe avere la meglio su Amburgo. Nomi forti, anche alla luce degli ultimi accadimenti parigini, che dovrebbero rimandare ancora la prima edizione africana: troppo debole la candidatura low-cost avanzata dal Sudafrica, con l'ipotesi congiunta Johannesburg-Pretoria. Qatar, Ungheria e Azerbaijan restano più indietro nella corsa ai XXXIII Giochi Olimpici, per i quali Roma non pare poi così tanto favorita.

LP

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