Quando Corona era solo un ex bomber, un fotografo esuberante o al massimo una birra, ottobre era semplicemente ottobre. Se ne stava disciplinatamente a calendario come il mese dell'inzio di Coppa del Mondo di Sci Alpino e considerava di striscio Federica Brignone. Buona per qualche exploit, buona per qualche podio e spettatrice più o meno da lontano di chi si sarebbe giocata il titolo. Tutto più o meno confermato fino a metà stagione, poi a Bansko in Bulgaria, Federica si iscrive al circolo delle avanti diritto. Affidabilissima nelle discipline tecniche, la Brignone vola anche in discesa, seconda dietro la Schiffrin. La rimonta è cominciata e come ad ogni apparecchiata per qualsivoglia banchetto qualcosa deve succedere. Il 2 febbraio la Shiffrin perde il papà, vola negli States e la da su. La Goggia s'infortuna e il derby viene meno. Poi Corona che non è più tutta quella roba di prima. E' pandemia, le gare saltano. Compreso Are, comprese le finali di Cortina. La Coppa finisce anzitempo e sorprende la Brignone al comando. Federica se la porta a casa.
Sorpresa che invece non è un concetto che si possa estendere a Michela Moioli. L'azzurra, favorita, non ha tradito le attese e nemmeno si è scomposta in un finale di stagione complicato dal punto di vista emotivo. Lei, bergamasca di Alzano, col nonno ricoverato a lottare col nemico più attuale, ha completato la sua stagione monstre a Veysonnaz quando le sarebbe bastato controllare la concorrenza sempre più scoraggiata e invece ha spinto a tutta. Per vincere anche l'ultima gara, la terza delle sei in calendario. Vincere e poi scappare a casa, senza nemmeno un brindisi. Si fa così ai tempi del Coronavirus.
La terza regina sugli sci imbraccia il fucile. La Coppa del Mondo di Biathlon va a Dorothea Wierer. Undicesima nell'ultima prova di Kontiolathi,ma tanto basta. Praticamente sembra tutto finito quando alla Eckoff viene il braccino e sbaglia 3 degli ultimi cinque bersagli. Tradotto sono i tre giri che fanno avvicinare Dorothea che invece il braccino non ce l'ha e spara 4 su 5. La Coppa la toglie fisicamente dalla bacheca della norvegese che già pensava a lucidarla. A 29 anni per la Wierer è il secondo trionfo consecutivo. L'ultima a vincere due volte consecutive nel Biathlon era stata la mitica svedese Forsberg all'inizio degli anni 2000. Vent'anni dopo il sorriso di Dorothea.