Pesa sulla classifica, pesa sul morale. Quella di Kazan non è una sconfitta, è un frontale per una Milano a tratti imbarazzante, svagata, fuori contesto. Una Milano smontata dal fanalino di coda che prima di ieri sera presentata un 2-9 nelle colonne vittorie e sconfitte, una Milano che fa dire a Repesa: "Prepariamo cose e ne facciamo altre". Fin dal primo quarto quando Armani praticamente non difende e concede 35 punti all'incredula cenerentola. Numeri da All Star Game. Senza Gentile, bloccato sul divano dal mal di schiena, Milano subisce Langford nel ruolo di infuocato Ex. Repesa rimescola, ma non trova pezze difensive e neanche alternative al fantasma di Raduljica che deambula senza costruttoe non va meglio davanti dove la circolazione affannata e affannosa della palla sfocia in conclusioni forzatissime e di scarsa efficacia. Mezza aspirina è l'ingresso di McLean che si procura 6 liberi attaccando bene il ferro e alla fine sarà l'unico milanese in doppia doppia, ma i suoi tentativi di rimettere l'Olimpia in corsa vengono mortificati dai 2 soli rimbalzi catturati in 10 minuti. Quasi incredula Kazan alza il piede e a questo punto l'Armani piomba in una partita che giocabilissima era non fosse già praticamente persa. Un'intensità diversa, un nuovo furore producono anche la bomba del -5, ma quel che sembra l'alba di una nuova partita è in realtà la fine di questa. Di nuovo -14 in men che non si dica e titoli di coda. Finisce malissimo con Milano che gioca in tutto un quarto e sarebbe forse bastato giocarne appena 2. Una sconfitta brutta, inattesa proprio nella sera in cui la classifica doveva prender respiro e invece è finita sott'acqua.
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