Adesso la crisi sta di casa a Varese. Cantù risorge nel derby e bagna con un colpaccio la prima del neo coach Bolshakov. Varese malissimo e contestata dal suo pubblico alla quale non servono nemmeno i 32 punti di Maynor. Cantù trova un insospettabile coraggio Ospiti subito propositivi e avanti prima 5-10, poi 20-28. Il vantaggio lievita dal secondo quarto, quando Varese praticamente non la mette più da 3, mentre Cantù aggiunge ad una certa precisione al tiro anche il dato dei rimbalzi: 5-14. Maynor è l'unico che prova a caricare i suoi, a organizzare una specia di rimonta, ma al 25' il divario tra le due squadre è di 14 punti. Masnago ci crede perchè il play americano piazza due petardoni consecutivi: Moretti sogna l'aggancio mentre il palazzo ribolle solo da una parte perché per motivi di ordine pubblico è vietato ai tifosi di Cantù. Che in dieci minuti da dimenticare dilapida quasi tutto e a quel punto si attende la classica squagliata. Ma questa volta la musica è diversa. I biancorossi ricominciano a forzare nell'ansia di un pari che non arriva e allora sono gli ospiti a fare le cose semplici. Difesa feroce su Maynor, l'unico che può inventarsi qualcosa, e la situazione falli così pesante per Varese da mandare i ragazzi di Bolshakov con continuità dalla lunetta. Si riapre il solo, che poi si fa voragine. Finisce 82-92 tra i fischi assordanti di Assago che chiede la testa di coach Moretti.
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