Un pari giustissimo in una serata mite, una partita agonisticamente apprezzabile ma tutt’altro che scorretta. Non c’erano avvisaglie insomma, scintille che potessero accendere anche il più focoso degli ultras. La delinquenza, spesso, è un puro esercizio stilistico anche senza un perché. Minuto 20 della ripresa: un boato scuote il Manuzzi. Una bomba carta lanciata dal settore ospiti scoppia a un paio di metri dal portiere Indiveri. Il numero uno di Castori, trasportato in ospedale con una sospetta lesione al timpano, è stato dimesso ieri mattina fortunatamente senza danni: per lui solo un trauma da scoppio. Dopo non si è praticamente più giocato e quello che si era visto fin lì è un 1-1 da sottoscrivere. Bari più tecnico, Cesena ai minimi termini che facendo 2 gare a settimana perde un po’ di quell’imprescindibile sacro fuoco. La vera Castori band fa gli ultimi 20 minuti del primo tempo. E basta per mettere i brividi al Bari. Una bella combinazione alla mezzora per aggiustare la mira, una scavallata di Cavalli appena tre minuti dopo. La fuga sembra quella buona, la porta è un po’ più in là. Non perdona per fortuna Marco Bernacci: sfrutta da giocatore di categoria superiore un fuorigioco sbagliato dalla difesa. L’airone fa secco il mini Gillet e siamo al primo battito d’ali cadetto. Ripresa barese, sbuffi cesenati, Rinaudo arriva dove può. Indiveri non arriva sull’angolino pizzicato da Motta. Il calcio chiude qui. Poi il petardo, l’interruzione e una partita finita tanto per finirla. Il Cesena accetta il punto e non farà ricorso, il Bari è stato penalizzato dal giudice sportivo, che ha tolto ai pugliesi il punto conquistato. E forse l’unico a farla franca sarà quello del petardo. E quella mano, prima o poi, colpirà ancora.
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