Il Cesena batte la Ternana ed è quarto in classifica
Nessuno al pronti via poteva ipotizzare che Cesena-Ternana durasse mezzora. E nessuno dopo mezzora con i bianconeri a 3-0 poteva ipotizzare che la partita fosse ancora tutta da giocare. Perché i due ingredienti più strani del sabato più estroso dell’anno sono in realtà impronosticabili. Innanzitutto quella inspiegabile vocazione al suicidio del tecnico ternano Brini, il cui baffo partorisce una difesa a tre allegrona, lentissima e impacciata, senza uno straccio di aiuto da un centrocampo al passo. Castori lo schianta dai lati e il collega smaltisce la sbornia dopo mezzora. E dopo che il Cesena ha perso Ciaramitaro. Senza il Ciara il pressing alto viene meno e Fattori mezzala è soluzione troppo d’emergenza per non pagare dazio. Ci mette un po’ anche Castori ad aggiustare gli effetti del cambio, meglio quando l’omone di Tolentino ci mette un po’ di gamba con Mengoni e alza Morabito a centrocampo, al posto di un’altra incalcolabile variabile: Papa Waigo. Devastante nel primo tempo, non pervenuto nella ripresa fino al cambio che accoglie (battuta scontata) incavolato nero. La Ternana resta in dieci e il Cesena porta la pellaccia a casa. Il Cesena è quarto, ha 47 punti che sono tre in meno del Catania capolista e 7 in più della coppia Arezzo-Crotone, prime escluse dalla zona play off. Manca l’ultimo definitivo salto di qualità, quello necessario per provarci davvero. Perché fin che si tratta di andare avanti e produrre spettacolo, il Cesena è un Niagara di belle cose. Diventar grandi davvero è il condimento ideale del grande sogno, oltre che la pillola per uscire senza dolori da Avellino.
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