Problemi sparsi, qualche buona indicazione, ma pensare che tra sei giorni sarà campionato, sarà Olimpico, sarà Roma, dovrebbe togliere il sonno ai più. Incompleto in almeno due reparti e senza un attaccante in grado di garantire un certo numero di gol, la legione straniera non convince o lo fa soltanto a tratti. Che il Brescia non abbia fatto molto di più è da mettere agli atti alla voce mal comune e nessun mezzo gaudio perché oggi gira e rigira tre peggiori non ne trovi nemmeno a scavare col badile. Il vantaggio delle rondinelle arriva con una doppia sorpresa. Intanto perché fin lì si era visto poco, poi perché Antonioli che prende un gol così da Dalla Mano è qualcosa senza dubbio non ti aspetti. Sono in realtà i minuti attorno ai quali il match gira. Ne passano almeno due e Schelotto che ha riconquistato la dignità del centrocampo va giù in area. Dal dischetto Colucci, leader vero, benissimo anche in cabina di regia. A filo d’intervallo tocca a Bogdani. Sperando non debbano arrivare da lui i gol salvezza, l’albanese ha dimostrato quello che già si sa. Ha tutto del centravanti, tranne la pericolosità sotto porta. Comunque dopo aver scaricato su Sereni, lo straniero da riciclo incorna fuori brutalizzando un’idea meravigliosa dell’ottimo Ceccarelli. La ripresa è tutta un cambio e dall’insalata di nulla si salvano un guizzo del solito Giaccherini sull’attento Sereni e un palo di Schelotto. Spremendo il succo, mancano almeno una punta forte, un grande difensore e un mediano tipo Appiah con chili in meno e fiato in più. E il problema è che questa, salvo miracoli, sarà la squadra che all’Olimpico riassaggerà la A dopo vent’anni e tutto si aspettavano e si aspettano qualcosa in più di questo menu turistico.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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