Jankovic e non Rudolf, Budan e non Bogdani. Per mezzora le uniche emozioni le regala lo speaker nel pre kick off, poi sul campo Cesena e Genoa si annusano e si temono e ognuno fa il suo ma si tira pochissimo. L’avversario che fa davvero paura è la nebbia sonnacchiosa e appollaiata appena sopra il tetto della tribuna. La scuote Budan, bel movimento a salve senza cioè provare a spaccare la porta. Ci prova invece Sammarco, per lui sampdoriano di cartellino è quasi un derby. Ma di lanterna c’è solo quella sfiorata sulla conclusione del mediano. Piedi diversi per il mobilissimo e rinfrancato Jimenez. Si immola Dainelli su un sinistro che teoricamente pareva destinato a miglior sorte. Scende un nebbione vogherese sul Manuzzi e dopo l’intervallo il dilemma principe diventa “la finiamo o no?”. Si intravvede il solito pesta pesta con sbocchi vicinissimi allo zero. Ma quando si alza Budan e sale come una contraerei pare fatta, la testata lascia tutti un po’ così. Il tempo appesantisce le gambe, le squadre si allungano e obiettivamente Ballardini la vuole vincere. Ficcandenti si accontenta e con Appiah per Sammarco a tutti viene una paura boia. Lo spunto di Giaccherini e poi la sensazione diffusa è del bicchiere mezzo pieno, ma le prossime stazioni si chiamano Roma, Inter e Milan. C’è chi è nato per soffrire e si è calato in qualche modo nella parte. Nel video l'intervista a Giuseppe Colucci (Capitano Cesena) sul possibile arrivo di Adrian Mutu
Roberto Chiesa
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