Col Cesena non ci si annoia: magari non si sta nemmeno mai tranquilli, ma il tifoso è nato per soffrire e poi non sono troppo lontani i tempi nei quali fare pari era sempre e comunque un buon risultato. Va sotto, ormai è una consuetudine, ma risponde e ribalta e poi non uccide il Piacenza quando barcolla e viene punito da Margiotta, antico pedatore cadetto con il fisico al massimo da tre sette, ma che di gol e tagliatelle non riesce proprio a fare a meno. E ci sarebbe anche l’arbitro, che si chiama De Marco e che su tre reclamati, almeno un rigore poteva anche fischiarlo: lasciamo agli opinionisti di ogni bar le sentenze definitive. Resta il 2-2, che nelle menti golose protese alla prima fila è una frenata, ma restano anche tante certezze. Importanti alla vigilia di una doppia trasferta: il Cesena crea una marea di occasioni e può andare dentro in qualunque momento. Ma l’esaltazione di un calcio offensivo e a tratti quasi esagerato, espone la difesa a rischi alti. E’ una caratteristica: Castori sa bene che coprirsi vuol dire snaturarsi e il grande sogno va sempre a comunque attaccato. Pari a parte, l’aspetto più preoccupante dalla giornata di ieri è l’infortunio a Zaninelli. Un centrale sempre molto positivo al quale il ginocchio ha fatto crack: solo domani se ne saprà di più. Una rosa piccola, senza un petalo, è meno bella.
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