Cesena-Rimini 1-1
Derby di Romagna: la cronaca e il commento
Ci sono quelli ai quali, conti alla mano, mancano un gol e un rigore e che raccontano che il derby glielo hanno rubato. E ci sono quelli che non hanno mollato mai e che hanno tremato, ma alla fine hanno pareggiato e raccontano che è giusto così. Ogni derby ha i suoi risvolti; mai però, come ieri, la Straromagna ha vissuto su equilibri nervosi, palpabili e ad un certo punto anche tutte le convinzioni della vigilia sono andate in soffitta. Per un tempo almeno, quando il Cesena ha giocato da Rimini, facendo la partita e muovendo meglio la palla: con l’uomo in più, certo, perché Porchia ha rimediato due gialli in pochi minuti e ha lasciato in dieci i suoi. Un’espulsione giusta, che ha aiutato Acori ad aggiustare una squadra troppo sfilacciata all’inizio e troppo debole nel pacchetto centrale. Diagao ci può stare accanto a Milone o Peccarisi, per Porchia forse una giornataccia, ma il sospetto è che la serie B non sia cosa sua. Il Cesena da Rimini e il Rimini da Cesena in un certo senso. Certo che all’intervallo i bianconeri ci vanno col fegato grosso. Il raddoppio di Pellè è annullato per un falletto di partenza e una invenzione di Messina, sulla quale val la pena ritornare. L’assistente segnala un fuorigioco di Salvetti, l’arbitro fa continuare, Milone va a muro. Per Messina è solo rimessa dal fondo, poi succede il finimondo, allora l’arbitro si toglie dall’impiccio segnalando il fuorigioco di un minuto prima.
Nella ripresa è un altro discorso. Dopo che l’infortunio ha tolto di mezzo Salvetti, il Cesena ha spento la luce. E allora da questo punto di vista, un Rimini abile e furbo a restare in partita fin lì ha pure meritato di pareggiare. Perché il gol di Jeda non è un furto. E’ il risultato di una combinazione di logica ed eventi. Bravo a resistere nella tempesta, bravo a rialzare la testa. Questa è la maturità che potrebbe portare lontano la squadra di Acori. Alla fine, è 1-1 magro da una parte e grasso dall’altra. E all’uscita ci scappa pure qualche schiaffo di qua e di là. Gli idioti non hanno bandiera, e menare le mani, forse, dà un senso alla loro povera esistenza.