Alzato il sipario sulla Vuelta a Espana che dovrà designare il successore di Vincenzo Nibali, vincitore della scorsa edizione. Si parte il 20 agosto con una prova contro il tempo a squadre di 16 km. Il percorso prevede ben 7 arrivi in quota e solo due tappe a cronometro: una a squadre e una individuale di 40 km. Anche la corsa spagnola intraprende la strada presa in precedenza da Giro e Tour, con un tracciato favorevole agli scalatori. Si torna dunque al passato, con la montagna al centro della scena, arbitro imparziale nel designare il più forte del lotto. La salita come unico elemento che in bici mette ciascuno al proprio posto. Essa distingue infatti uno scalatore da un velocista o da un crono man, dettando giuste gerarchie che restringono di molto il cerchio dei capaci di vincere una grande corsa a tappe. La corsa si concluderà a Madrid l’11 settembre, dopo 3.295 Km e dopo dieci tappe di alta e media montagna con un passaggio sul famoso Angliru domenica 4 settembre. Tra le novità di quest’anno il ritorno dei girini in terra basca, su quelle strade che non si percorrevano più dal lontano 1978 a causa di violenti problemi con alcuni gruppi di indipendentisti.
Piero Arcide
Piero Arcide
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