Riccardo Riccò ha compiuto 25 anni il primo di settembre. Ne avrà quasi 28 nel 2011 quando effettivamente potrà tornare a correre Giro d’Italia e Tour de France. Il tribunale nazionale antidoping del Coni ha fermato per due anni il ciclista modenese. Il purgatorio della squalifica scadrà il 30 luglio 2010, di fatto lasciandolo lontano da Giro e Tour per le prossime due edizioni. Una sentenza pesante, considerato che nei giorni scorsi la procura antidoping aveva richiesto una sanzione pari a 20 mesi.
Il 30 luglio 2008, Riccò aveva confessato, nel corso della prima udienza davanti alla procura antidoping, di aver assunto l’epo di terza generazione, la cosiddetta cera. L’ammissione della piena responsabilità da parte di Riccò avrebbe dovuto portare ad una riduzione della squalifica, che in realtà non c’è stata. Mano pesante dunque da parte del tribunale che ha comminato all’ex corridore della Saunier-Duval un anno e sei mesi per “assunzione di sostanza dopante” e sei mesi per la “frequentazione del Dottor Santuccione”, radiato dal Coni.
“Sono molto deluso e amareggiato. Mi aspettavo sicuramente una maggiore comprensione”. Sono state queste le prima parole di Riccardo all’uscita del tribunale nazionale dell’antidoping. I legali del corridore hanno affermato che una volta lette le motivazioni decideranno se ricorrere o meno al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna.
Il 30 luglio 2008, Riccò aveva confessato, nel corso della prima udienza davanti alla procura antidoping, di aver assunto l’epo di terza generazione, la cosiddetta cera. L’ammissione della piena responsabilità da parte di Riccò avrebbe dovuto portare ad una riduzione della squalifica, che in realtà non c’è stata. Mano pesante dunque da parte del tribunale che ha comminato all’ex corridore della Saunier-Duval un anno e sei mesi per “assunzione di sostanza dopante” e sei mesi per la “frequentazione del Dottor Santuccione”, radiato dal Coni.
“Sono molto deluso e amareggiato. Mi aspettavo sicuramente una maggiore comprensione”. Sono state queste le prima parole di Riccardo all’uscita del tribunale nazionale dell’antidoping. I legali del corridore hanno affermato che una volta lette le motivazioni decideranno se ricorrere o meno al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna.
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