Con la prima salita si muovono i big, la Vuelta si accende e comincia lo spettacolo di nomi e di muscoli, di favoriti e outsider. Valverde è una furia, impone un ritmo asfissiante da far selezione e alla faccia di chi pensava potesse farlo per Quintana si inventa una minicronometro in grado di spaccare il gruppo e di riconsegnargli dopo l'arrivo nel parco naturale della Sierra Nevada, la maglia rossa e i gradi di favorito. Una grande condizione quella dell'Alejandro spagnolo che si è preso tutto di forza e non certo per mancanza di qualificata concorrenza. Froome e Contador per citare i primi due che ci hanno provato eccome. E in mezzo a questi monumenti al ciclismo spunta la sagoma compatta di Fabio Aru, quasi un bignami della biciletta che scatta come un grande in mezzo ai grandi. Lui che è un peso piuma distribuito su una carrozzeria lunga poco più di 1,60 adesso è ottavo in classifica generale a soli 58'' dal leader. Oggi la settima tappa. Non salite da tregenda ma nemmeno cavalcavia spacciati per ascese. Si arriva ad Alcaudete con un paio di Gran Premi della Montagna e gli ultimi 4 km in leggera salita.
Roberto Chiesa
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