Due importanti argomenti erano martedì sera all’ordine del giorno del Consiglio Nazionale del CONS. All’unanimità, con una sola astensione, l’Assemblea delle 31 Federazioni Sportive sammarinesi ha respinto l’appello della Federnuoto avverso al giudizio di secondo grado emesso dal Comitato Esecutivo del CONS qualche settimana fa. In quell’occasione il Governo Sportivo del Titano aveva accolto le ragioni della Gens Acquatica. Il contenzioso era nato nel 2003 in seguito al ritardato pagamento di quote di tesseramento da parte della società. Per la Federazione questo era motivo valido per emettere la tessera solo nell’anno successivo mentre la Gens ha sempre sostenuto, rifacendosi anche a disposizioni federali, che il ritardato pagamento comportava una mora ma non lo slittamento del tesseramento all’anno successivo. La sentenza del Consiglio Nazionale e’ inappellabile. Nella stessa seduta l’assemblea ha ritenuto di esprimere anche un parere sull’attuale iter della giustizia sportiva, ritenuto non piu’ adeguato alle esigenze attuali e particolarmente costoso. Verranno fatti quindi passi presso il Segretario di Stato competente per valutare il da farsi. Il C.N. ha anche approvato la ripartizione dei contributi 2004. La ricaduta economica e’ stata per tutte le federazioni, tranne quella cronometristi perche’ considerata di servizio e quindi capace di reperire autonomamente fondi. Il badget complessivo e’ stato di 610.100 euro tra contributo ordinario, straordinario e per manifestazioni. Infine l’assemblea all’unanimità ha adottato anche una risoluzione che, fermo restando il riconoscimento della più ampia libertà di stampa, stigmatizza il contenuto di alcuni articoli comparsi sul San Marino oggi a cura del Capo Redattore sportivo. Articoli, secondo il Cons, non corrispondenti alla realtà e quindi diffamatori e lesivi dell’onorabilità dell’intero movimento sportivo sammarinese. Il Comitato Olimpico, conclude la nota, rifiuta il metodo di provocare gratuito discredito con un uso improprio e distorto del mezzo giornalistico e prende le distanze dagli operatori dell’informazione che trasgrediscono un codice deontologico consono al loro importante ruolo.
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