Coppa Davis: Croazia-Argentina sull'1-1
Solo amari finali per i sudamericani, sconfitti nel 1981 dagli Stati Uniti di McEnroe ed altre tre volte nello spazio di cinque anni da Russia e Spagna, cedendo due volte agli iberici, l'ultima nel 2011.
In quell'occasione c'era anche del Potro, battuto nei singolari da Ferrer e Nadal. Il primo incontro vinto in una finale Davis, per il gigante di Tandil, vale il punto dell'1-1 in un confronto che ha visto i padroni di casa mettere la testa avanti con Cilic. Non un match semplice, quello del n. 6 del ranking mondiale contro Federico Delbonis. Nei due precedenti – entrambi sulla terra rossa – il croato si era agilmente sbarazzato dell'ex enfant prodige di Azul, mentre all'Arena Zagreb ci vogliono 3 ore e mezza e cinque set, dopo aver dilapidato il vantaggio di due partite, poi capitalizzato in dirittura d'arrivo: 6-3, 7-5, 3-6, 1-6, 6-2 il finale.
Se sarà il doppio delle 15:00 a conferire il primo match point è però perché la sfida tra picchiatori, quella che mette a confronto Ivo Karlovic e Juan Martín del Potro, si risolve a favore di quest'ultimo. Si vedono 50 ace, 35 di Karlovic che – suo malgrado – bilancia il dato con 12 doppi falli.
Il croato pareggia il computo delle partite al tie-break del secondo, situazione che spaventa i più, territorio di conquista del gigante di Zagabria. I 211 centimetri di Karlovic diventano impedimento quando del Potro inizia a costringerlo a movimenti laterali, vero tallone d'Achille del croato, che si aggrappa al servizio valso una carriera da top a fronte di un tennis tecnicamente modesto.
Finisce 6-4, 6-7, 6-3, 7-5 anche per effetto dei limiti di polso ostentati da Karlovic: l'Argentina pareggia i conti sotto gli occhi di un estasiato Diego Armando Maradona e lancia la sfida ai tabù Croazia e Coppa Davis.
Ai doppisti Dodig/Skugor e Mayer/Pella il compito di indirizzare un confronto che nei tre precedenti si è sempre chiuso a favore di quelli con la maglia a scacchi.
LP