Un conto è vincere, un altro rivincere, un altro ancora dominare. L'Italia del tennis non si accontenta di conquistare il mondo, lo cannibalizza. Con la seconda Davis consecutiva, con i doppisti che hanno guardato semifinale e finale senza mai bisogno del loro apporto. Troppo forti gli azzurri, troppo forti per tutti e se Sinner è l'assegno circolare da versare alla bisogna, è anche il sole attorno al quale girano attrezzatissimi compagni di viaggio. A cominciare da Matteo Berrettini che nell'ultima parte del 2024, finalmente libero dalla impressionante catena di infortuni che lo ha bloccato, è tornato non solo un giocatore, ma un gran giocatore. E visto il Musetti sgonfio di Malaga, capitan Volandri ha deciso di puntarci. E Matteo ha risposto da campione in doppio e poi anche in singolare. Fino alla finale.
E se anche il punto decisivo è arrivato dal solito Sinner, questa non è la stessa Davis dell'anno scorso. Quella si fu una Sinner Cup, questa invece è la vittoria di squadra. Con Bolelli e Vavassori che se fosse servito ci avrebbero messo del loro e tanti altri che magari su un'altra superficie potevano ad esempio Darderi, Arnaldi, Sonego, Nardi, fino allo stesso immortale Fabio Fognini. E' un gruppo aperto si va e si viene, la concorrenza è tanta e alza il livello. Alza la Coppa, la seconda consecutiva e non ci sono né le condizioni, né la voglia di fermarsi qui.