Wout Van Aert è un cannibale. E non solo perché è belga e casa sua dista solo 40 minuti da quella di Eddie Merckx, il cannibale vero, ma perché nelle corse del post lockdown ha saputo soltanto vincere. In salita, in pianura, in discesa. Dopo il successo alle Strade Bianche e alla Milano-Sanremo, porta a casa anche la prima tappa del Giro del Delfinato battendo in volata Daryl Impey ed Egan Bernal.
Una corsa tosta: 218,5 chilometri da Clemont Ferrand a Saint-Christo-en-Jarez. Sei Gran premi della montagna, nessuna salita impossibile, ma assenza quasi totale di pianura e arrivo all’insù.
Dopo poche pedalate scattano in avanscoperta quattro uomini: niente da fare invece per Niccolò Bonifazio, che si stacca sulle rampe dei primi 3 Gpm di giornata e poi addirittura abbandona la corsa. Lo stesso destino tocca ai due fuggitivi Van Moer ed Hermans, che lasciano così due uomini soli al comando che mantengono un vantaggio attorno ai 3' sul gruppo.
Sulle rampe della Cote de Saint-Héand parte in solitaria Schar, che scollina sul Montée Andrei Kivilev con 1'50'' di vantaggio sul gruppo. L'azione dello svizzero subisce un repentino crollo fino al ricongiungimento col plotone, che avviene sulla Cote de Leymieux.
Sull'ultima ascesa di giornata si stacca Chris Froome, mentre Rigoberto Uran apre le danze per gli attacchi: ci provano in tanti ma l'affondo giusto è quello dell'uomo del momento Wout Van Aert, che fa il tris di successi. Dietro al fenomenale belga, protagonista di uno sprint irresistibile, si piazzano Daryl Impey ed Egan Bernal, ma a destare ottime impressioni è stato anche Primoz Roglic, nono al traguardo.