Nole lancia il primo messaggio del 2017. La riconquista è cominciata da Doha dove Djokovic incamera il titolo numero 67 in carriera e batte Murray nella prima sfida tra numero uno e numero due. Si ferma allora a 28 la striscia di vittorie consecutive dello scozzese, che probabilmente ha sentito troppo forte la pressione se è vero come è vero che al di là della determinazione del serbo, ci ha messo qualche errore di troppo. 36 i vincenti di Nole dicono, ma soprattutto i 33 errori di Murray raccontano un match tirato e indirizzato anche dal servizio. Djokovic mette il 72 per cento di prime palle ed è un bell'andare. E' propositivo e determinato a chiudere lo scambio che se invece si allunga si sposta verso Murray, versione maratoneta sul cemento gommato dell'Emiro. Il primo set è addomesticato bene dal vincitore per 6-3, ma in realtà fino a metà del secondo non è stato un match indimenticabile. Qui, sul 3-2, improvvisamente la sfida si accende e diventa un concentrato di tennis di altissimo profilo, l'ipotetica finale di uno slam che infatti mette davati i numeri 1 e 2 del mondo. Djokovic va a servire per il match sul 5-4, ma l'indemoniato Murray gli sbatte la porta in faccia e annulla ben 3 match point. Occasioni perse che mandano in confusione il ragazzone di Belgrado stranamente nervoso che sfascia una racchetta e va al terzo. Il terzo si apre con Murray ancora in sella con un servizio ritrovato e con una palla break nel sesto che sa tanto di mini match point. Li Djokovic si rianima, risale e trova un livello di gioco smarrito da almeno un'ora. Vola, brekka e va a servire per il match senza tremare nemmeno sullo 0-30. Il titolo è suo, e l'Open d'Australia si avvicina.
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