C'è almeno un rettilineo dopo chilometri e chilometri di pavè. C'è un solo rettilineo che da diritto all'immortalità ciclistica e un posto nella storia dello sport. Si scannano in 4 e trionfa Cancellara, ormai il vice Magni. Il Fiandre è suo per la terza volta. E' suo dopo una corsa che è come un romanzo. E chiede tributi importanti in termini di cadute e infortuni. E drammi sfiorati come quello di Vansummeren, proprio il re della Roubaix 2011 che sbanda e investe un'anziana che pericolosamente se ne stava appollaiata su uno spartitraffico e ora lotta per la vita. E' un romanzo il Fiandre. Che divide gli italiani da quelli che possono provarci. Tutto ampiamente come previsto, il brutto è proprio qui. Alla fine Pippo Pozzato, il migliore, è diciassettesimo. Faccia grigia non era stanco ma non ha trovato il ritmo. Oscar Gatto ha i crampi, Luca Paolini trentaseiesimo. Non la vinciamo dai tempi di Ballan, era il 2007. Non la dominiamo dal '90 con Moreno Argentin.
Roberto Chiesa
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