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E' morto Gianni Clerici

di Roberto Chiesa
6 giu 2022
E' morto Gianni Clerici

Diceva di sé di aver coltivato le lettere con amorevole incostanza. Perché scriveva e raccontava come forse nessuno prima e sicuramente nessuno dopo, ma il tennis veniva prima di tutto. E quel mondo se lo è goduto fino all'aba dei 92 che non ha visto per pochi giorni. Nato a Como con la malinconia del Lago dentro, grato al calcio perché talmente scarso da esser consigliato di passare al tennis. Gianni Clerici è stato, non tutti sanno, un buonissimo giocatore. A Wimbledon 53 e al Roland Garros 54, ad esempio, è perfino riuscito ad entrare in tabellone.

Ma la passione per il giornalismo, i romanzi, e dopo anche per la televisione, gli ha accorciato la carriera. Ha osservato e raccontato. E ispirato generazioni di ragazzi che per lo meno ci hanno voluto provare. E quando scrisse "Storie di uomini più noti di me" regalò a tutti la chiave per entrare nel recinto fatidico anche chi il tennis lo seguiva da lontano. Tennis soprattutto, tennis e non solo. Da "L'ultima notte di Mussolini" diventata poi opera teatrale, a "Erba Rossa", da "Alassio 1939" al "Giovin Signore" a "I Gesti Bianchi" a "Postumo in Vita".  

Clerici Giovanni (così come rispondeva, quando rispondeva, al telefono) ha lasciato più di 6000 articoli che raccolti fanno un opera omnia di sport, politica, poesia, cultura, vita. Il Times, gli ha dedicato una pagina nel giorno in cui la ITF lo ha reso immortale con un posto nella Hall of Fame del tennis. Italian Style. Che poi di italiano aveva solo il genio. Lui sempre misurato, sottovoce, quasi schivo. Memorabili i duetti televisivi con l'amico e collega Rino Tommasi, mago dei numeri insostituibile per Clerici, che spesso arrivava in fondo al pezzo senza scrivere il risultato del match. "Qualche manina santa -diceva- lo aggiungerà". Spesso lo aggiungevano a margine, secondo quella regola perversa che vuole il giornalismo come naturale mortificazione e deviazione delle poesie più belle.





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