La favola di Paolo Pizzo

La favola di Paolo Pizzo.
Il quinto oro azzurro ai mondiali di scherma è molto più che una sorpresa. Quella, eventualmente, l’avrebbe regalata Matteo Tagliariol annunciato in qualche modo tra i pretendenti, ma se sul gradino più alto del podio sale Paolo Pizzo l’impresa diventa miracolo. Catanese nella sua Catania, lui che a tredici anni ha sconfitto con un interventaccio un tumore al cervello e che non ha ascoltato il medico. Gli hanno detto di accontentarsi di qualche passeggiata e con lo sport di piantarla lì. Figuriamoci come poteva reagire d’orgoglio un ragazzo che oltre alla scherma giocava benino anche a calcio e a pallavolo. Ha tirato dritto e per la verità mai è stato campione di nulla. Un buon atleta con risultati molto nella normale fino all’exploit nel palazzetto di casa sua. Ingobbito e lucido, capace di tradurre in buona scherma tutti i sentimenti di una vita non facilissima. L’ultimo incidente di percorso due settimana fa quando la fidanzata gli ha detto basta. Erano passati sette anni dal primo bacio. Ha sconfitto in finale l’olandese Verwijlen, molto più quotato e con un pedigree diverso. Forse non è nata una stella, ma a 28 anni Paolo Pizzo si è preso le sue rivincite tutte insieme.

Roberto Chiesa

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