Finlandia-San Marino 8-0

L’emergenza alla lunga si paga. Anche contro una Finlandia pachidermica che per un tempo da l’impressione di non riuscire a sfondare grazie anche e soprattutto alla buona organizzazione sammarinese. Nonostante Mazza sia costretto a schierare due attaccanti come esterni di centrocampo, le distanze non si schiacciano e la squadra, pur passando attraverso momenti di sofferenza, non dispiace e anzi all’occorrenza riparte come poche volte in trasferta. Selva può appoggiarsi ora a Vitaioli ora a Montagna e centralmente in fase difensiva le maglie sono strette. Dopo Il gol di Vayrynen, nel traffico, è l’unica sbavatura punita mentre tutto il pubblico già invocava l’ingresso dell’antico totem Jari Litmanen.
Che entra dopo l’intervallo. Quando del bel San Marino del primo tempo non c’è più traccia. I ragazzi di Mazza fanno tilt. E' inspiegabilmente quello che funzionava non funziona più. Una Finlandia appena più convinta rispetto alla prima metà organizza e cala una goleada impensabile appena qualche minuto prima. I -5 gelano le idee, adesso i gol arrivano a grappoli e con impressionante facilità. Mazza fa esordire il giovane Della Valle, poi minuti anche per il mascherato Vannucci. E’ quasi un allenamento, e anche raccontare diventa difficile. Vai a capire cosa è successo nell’intervallo. Vai a capire la metamorfosi di una squadra che pare una buona squadra per 45 minuti e l’armata brancaleone per altrettanti. Una doppia personalità da psicanalisi. Perché da Helsinki si ritorna con poche certezze.

Roberto Chiesa

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