Applausi e zero punti. Ormai non ci sono segreti per Ficcadenti che di segreto fa solo l’allenamento nascosto alle telecamere. Bene, anzi malissimo. Il Cesena fa bene anche a Firenze, gioca un calcio propositivo e piacevole, ma non approfitta di un avversario fischiato e paralizzato dalla paura. Ma non tira in porta, ha un centravanti che non tira da un mese e diventa difficile delegare tutto a Parolo che da oltre 30 metri ha steso la Lazio. La Fiorentina la risolve con una magia di Gilardino, ma prima e dopo per Antonioli c’è quasi niente. Imbarazzante invece il niente di Boruc. Perché un Cesena che tiene palla, la gira bene, sta in campo con le giuste distanze è impensabile che non riesca mai a concludere verso la porta. Puliti e bellini, ma senza la crosta e la rogna di chi si vuol salvare a tutti i costi non si va lontano. Si va in serie B a meno di miracoli che oggi sembrano lontani. Perché Budan, ammesso che faccia gol, ne ha fino a gennaio, e dietro per un bel difensore centrale ammesso che arrivi, se ne parla dopo le feste. Insomma che la Fiorentina pure allo sbando potesse vincerla ci sta, che Gilardino abbia i colpi pure, ma l’ottimismo ad oltranza e quel cullarsi tra complimenti sparsi è la ricetta migliore per annegare.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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