Non è l’anti Inter, semplicemente perché l’anti Inter non c’è. Ma la Roma rinata, ranierizzata, è davvero una roba bella. Perché è logica, intercambiabile nei moduli e negli uomini e non è dipendente dal capitano Totti o da qualche altro solista. Non sbrana, gioca, non domina ma controlla. Perché la Roma di Ranieri non è un insieme di fuoriclasse. Ma il mix tra i pedalatori e gli stoccatori e tutti danno l’idea di tenerci da morire. Ecco perché dopo l’Inter, inarrivabile sia nella cifra tecnica che nelle possibilità di spesa, ci sono i giallorossi. Che non vanno a Firenze a dettare legge e che ci saltano fuori di squadra. Perché specie nel primo tempo devono soffrire le pene dell’inferno e ringraziare l’ispiratissimo Julio Sergio autore di almeno un paio di interventi salva tutto. Con Totti affaticato ai box, Ranieri sceglie uno ripresa diversa. Nel segno dell’esuberanza fisica della bestia Baptista. 4-4-2, baricentro più alto e colpaccio nel finale a firma Mirko Vucinic. E’ il risultato utile numero 19, non male per Ranieri, colui nel quale si diceva risiedesse il male oscuro di casa Juve.
Roberto Chiesa
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