20 novembre 2005, ore 9. Un masso si stacca dalla rupe, travolge la barriera e si schianta sul muro di cemento, un frammento cade sul tetto del Poligono di Acquaviva e lo perfora mentre è in pieno svolgimento il Gran Premio San Marino di Tiro a Segno. Il Santo protettore degli sportvi ci mette una mano: nessuno si fa nulla. E nessuno sembra fare nulla perché oggi, 4 mesi dopo, la struttura è ancora sigillata, inagibile per il tempo necessario (si disse allora) ad effettuare tutte le verifiche. Qualcosa però potrebbe succedere nella giornata di oggi, quando è in programma un incontro tra esponenti del Comitato Olimpico, della Federazione Tiro a Segno e della Segreteria al Territorio. Un motivo al ritardo c’è. Non si tratta semplicemente di chiudere un buco, ma di mettere in sicurezza l’intera Rupe retrostante il poligono, con una spesa prevista di quasi 200.000 euro. Le difficoltà nel reperimento dei fondi ha contribuito a rallentare un’operazione che oggi pare finalmente poter partire. Nel frattempo i tiratori sammarinesi hanno spostato la sede dei loro allenamenti tra il Multieventi e il poligono di Rimini con disagi notevoli, che però non hanno influito sui risultati agonistici. Lo scorso week end, infatti, in una gara di selezione svolta proprio a Rimini, ha sparato alla grande Erika Ghiotti: 388 nella carabina e record sammarinese uguagliato. Bene anche Nadia Marchi e Silvia Marocchi, rispettivamente 370 e 368 nella pistola. Numeri confortanti nell’attesa di ritornare a casa. Si spera dopo l’estate, perché a novembre c’è in calendario il Gran Premio San Marino con oltre 200 tiratori provenienti da tutta Italia. Cancellarlo sarebbe un danno economico pesante per una Federazione non troppo ricca, oltre ad un danno d’immagine per tutto il paese con l’impianto ancora chiuso un anno dopo la frana.
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