Il re cade due volte, ma il re ha una grande squadra e si salva. Froome ha un super team, classe e carattere di ferro. Perchè in una tappa di media montagna ha rischiato di fergarlo la discesa. Scivolata uno, salto della catena. Poi curva dritta. Disgrazie che fanno resuscitare la concorrenza. Nibali ad esempio, nuovo dopo la sosta e pure Contador che ai titoli di coda di una grande carriera aveva infiammato la sua gente in salita. Froome comunque leader anche nel caos. Non perde mai la testa, richiama due compagni e quando capisce che la sparata per rientrare costrerebbe troppo a sè e alla squadra, decide per una mezza gamba, un distacco controllato. Nibali rubacchia 20 secondi, Contador 40. La tappa la vince il polacco Marczynski, da solo in una giornata nervosa con una paio di strappi veri segnata dal canto del cigno di contador. Senza il pistolero, il ciclismo perde uno che ha segnato l'ultimo decennio in bicicletta. Solo Nicolas Roche per un po' ha tenuto il passo, poi ha alzato bandiera bianca pure lui. Con la discesa, e con essa e i problemi di Froome, Marczynski completa l'opera, Contador ricama e Nibali è vivo. Sembrava finita, La Vuelta. E oggi sembra appena cominciata.
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