Manca un chilometro. La salita del San Luca, ripetuta per la quinta volta, è sempre più dura. Joao Almeida della Deceuninck spalanca la bocca in cerca di aria. Dietro di lui incalza Vlasov dell'Astana ma il vantaggio sembra esserci. Almeida si volta e il russo è ancora dietro. Un attimo dopo, ai meno 500 metri, Vlasov non c'è più. Scatto letale e braccia al cielo per il 24enne dell'Astana sul traguardo del San Luca.
E così, quando tutti si aspettavano Nibali, Ciccone o il fresco vincitore del Lombardia Jakob Fuglsang, a portare a casa la 103esima edizione del Giro dell'Emilia è il giovane corridore di Vyborg. Città natale di un altro grande ciclista russo: quell'Eugeni Berzin che nel 1994 vinse il Giro d'Italia entrando nell'Olimpo dei grandissimi.
Un Giro dell'Emilia insolito, corso sotto il sole dell'estate e di martedì. Ma i chilometri sono rimasti invariati: 200, da Casalecchio di Reno al circuito bolognese sul San Luca, passando per i Gran premi della montagna di Montemaggiore, Mongardino e il temibile Passo Serra di Zanchetto.
A chiudere il podio dopo Vlasov e Almeida l'italiano Diego Ulissi, arrivato con 18 secondi di ritardo dal leader della corsa. Settimo Vincenzo Nibali che proprio sull'ultima ascesa ha dovuto fare ancora una volta i conti con le gambe: “Mi manca ancora qualcosa per lottare per la vittoria”, ha detto il campione siciliano.
Il giovane Vlasov, dopo il terzo posto al Lombardia e la vittoria sul Mont Ventoux di dieci giorni fa, si gode questo Giro dell'Emilia pensando alla Tirreno-Adriatico in vista del Giro d'Italia di ottobre.