Tabù spezzato, il Giro – oggi – è un pizzico più azzurro: Vincenzo Nibali si prende la tappa più attesa e temuta dell'edizione 100 della corsa rosa, quella che proponeva la bellezza di tre Gran Premi della Montagna di 1° categoria, dal Mortitolo all'Umbrail Pass – Giogo di Santa Maria – passando per il punto più alto di questo Giro d'Italia, la Cima Coppi – posta a 2758 m – e raggiunta risalendo da Bornio, per poi affrontare il versante meridionale dello Stelvio: soluzione adottata una sola vola nella storia ultra secolare della corsa italiana.
Lo Squalo dello Stretto fa la differenza in discesa, dopo aver tenuto il passo dei migliori in salita: poteva essere la tappa del fuggitivo Mikel Landa, sovente al comando e primo sullo Stelvio, se non fosse poi stato raggiunto da Nibali proprio nell'ultima frazione discendente dei 222 km che separano Rovetta da Bormio.
La volata premia il titolare della numero 1, che aggiorna a 15 le tappe consecutive senza successi italiani al Giro: un'emorragia di successi suturata dal più atteso del comparto italiano al via ad Alghero.
Ha rischiato di essere un fastidio intestinale – invece – a costare la maglia rosa a Tom Dumoulin, che a 32,5 km dall'arrivo ha dovuto sostare, perdendo non pochi secondi rispetto a Nibali, Quintana e Pinot. Big usciti allo scoperto nell'ultima salita, quella dell'inedito – o quasi – versante sud dello Stelvio, dopo lo sconfinamento in Svizzera. La maglia rosa è però stoicamente difesa da Dumoulin, che transita a 2'17'' da Nibali: il siciliano ora vede il gap dall'olandese ridursi a 1'12'' in classifica generale. Quintana insegue il leader a 31'' di distanza.
La tappa più attesa ha proposto temperature prossime agli zero gradi sul punto più alto del Giro, tra le nevi perenni dello Stelvio. Una gara, un'emozione unica per tutti e forse più per Sanchez – compagno di squadra di Michele Scarponi, a cui era dedicata la scalata al Mortirolo: i compagni di fuga lo hanno lasciato transitare per primo.
LP
Lo Squalo dello Stretto fa la differenza in discesa, dopo aver tenuto il passo dei migliori in salita: poteva essere la tappa del fuggitivo Mikel Landa, sovente al comando e primo sullo Stelvio, se non fosse poi stato raggiunto da Nibali proprio nell'ultima frazione discendente dei 222 km che separano Rovetta da Bormio.
La volata premia il titolare della numero 1, che aggiorna a 15 le tappe consecutive senza successi italiani al Giro: un'emorragia di successi suturata dal più atteso del comparto italiano al via ad Alghero.
Ha rischiato di essere un fastidio intestinale – invece – a costare la maglia rosa a Tom Dumoulin, che a 32,5 km dall'arrivo ha dovuto sostare, perdendo non pochi secondi rispetto a Nibali, Quintana e Pinot. Big usciti allo scoperto nell'ultima salita, quella dell'inedito – o quasi – versante sud dello Stelvio, dopo lo sconfinamento in Svizzera. La maglia rosa è però stoicamente difesa da Dumoulin, che transita a 2'17'' da Nibali: il siciliano ora vede il gap dall'olandese ridursi a 1'12'' in classifica generale. Quintana insegue il leader a 31'' di distanza.
La tappa più attesa ha proposto temperature prossime agli zero gradi sul punto più alto del Giro, tra le nevi perenni dello Stelvio. Una gara, un'emozione unica per tutti e forse più per Sanchez – compagno di squadra di Michele Scarponi, a cui era dedicata la scalata al Mortirolo: i compagni di fuga lo hanno lasciato transitare per primo.
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