Bello e duro il Giro 2018. Che è nato poco fa a Milano con un marchio di fabbrica, le salite, e una disciplina penalizzata. La cronometro. Pochi i chilometri contro il tempo a tutto vantaggio dello spettacolo perchè il ciclismo parla al cuore sullo Zoncolan o al Colle delle Finestre. Che ci sono. Tanti naturalmente anche i significati simbolici di alcune tappe che puntano a toccare i posti più significativi del Bel Paese e a transitare nel maggior numero possibile di Regioni. Partenza il 4 maggio con la crono di Gerusalemme. E' la prima volta della corsa rosa in Israele dove resta per tre frazioni per si ritornare in Italia con un mini tour in Sicilia. La prima salita spettacolare e mozzafiato sull’Etna. Poi lo sbarco in continente per arrivare alle Dolomiti e alle Alpi, fino alla chiusura a Roma il 27 maggio. A scoprire il tracciato sul palco il direttore del Giro Mauro Vegni, l'ultimo vincitore Tom Dumoulin, Fabio Aru e Vincenzo Nibali, oltre a un grande ex come Alberto Contador.
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