Il Giro a Montecopiolo, le speranze che il territorio lega alla corsa rosa

Evviva il Giro. Che irrompe nel sabato del villaggio e sa di rosa e di festa. Di formaggio e sangiovese, di prosciutto e risate sul prato. Villagrande e' l'ombelico del Giro, quale miglior santuario naturale di queste salite che levigavano le gambe a Marco Pantani.
Fin dal mattino domina il colore rosa. Si arriva in moto, in bici, a piedi. Ma si arriva. Ci sono i pronostici. Evans, Il giovane Aru, qualche altra suggestione più o meno verosimile da confutare con la sibilla che con il Giro e del Giro ha raccontato uno spaccato d'Italia che va dal dopoguerra ai giorni nostri.
Non c'è un prato senza una coperta e una famiglia, non c'è una piazzola senza un camper, una strada senza un divieto d'accesso. E la musica che anticipa di qualche ora il sibilo ansimante di una bicicletta che porta un simbolo, il re di spade. Non c'è cosa più vera, sudata, sofferta di un ciclista in salita.

Roberto Chiesa


LE INTERVISTE: Alfonso Lattanzi (Sindaco di Montecopiolo); Emanuele Sirotti (fotografo ufficiale Rcs); Marco Vianello (imprenditore)

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy