La "Gran Fondo Pantani" si candida a diventare una classica per cicloamatori

La "Gran Fondo Pantani" si candida a diventare una classica per cicloamatori.
Alle 7 di mattina davanti al Multieventi erano 234. Per cominciare una tradizione ne bastano anche meno.
La cosa bella è la passione e il motore che la muove. Il nome del Pirata. Che spinge il gruppo nella fatica e nella salita del Cippo. Magnificamente inaffrontabile, con pendenze da stambecchi assolutamente impossibile per gambe normali. Eppure il nome di Marco Pantani obbligava moralmente a provarci. Chi sapeva di limiti fisici insuperabili ha deciso prima di svoltare a sinistra e fare il percorso breve.
Non ha vinto nessuno perché lo spirito non competitivo della manifestazione è proprio questo. Hanno vinto i volontari agli incroci, gli addetti alla sicurezza coordinati da Silvano Antonelli.
Hanno vinto Mamma Tonina e Papà Paolo che nel nome di Marco sono saliti sul Cippo e nel nome di Marco hanno allestito una squadra corse per giovani aspiranti ciclisti. Quello che sognava il Marco che pochi hanno conosciuto.
Nel nome del Pirata alcuni ex professionisti come Rodolfo Massi hanno pedalato al fianco di semplici appassionati. Star del Mondiale di Moto, Simoncelli e Locatelli accanto a ciclisti dal futuro assicurato Gavazzi e Bono.
Per tutti un’esperienza da ripetere, una giornata nel nome di un amico, di un mito, di un eroe che ha saputo parlare al cuore della gente.

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