Tre Valli Varesine, Coppa Agostoni e Coppa Bernocchi. La storia del ciclismo italiano: 273 edizioni in 3. In questa stagione però, a causa della pandemia, si è deciso, in via del tutto eccezionale, di “fonderle” nel “Grande trittico lombardo”.
Il primo grande evento internazionale che si svolge in Lombardia dopo la crisi sanitaria. Una gara unica di 200 chilometri, corsa sotto una pioggia battente da Legnano a Varese. Due giri a Lissone, un passaggio sul piccolo Stelvio e poi il circuito finale di 4 giri a Varese con la salita dei Ronchi. Quella del mondiale del 2008. Quella che 12 anni fa ha regalato all'Italia, con Alessandro Ballan, l'ultimo titolo iridato.
Al pronti via sono 5 gli uomini che vanno in fuga e riescono a rimanere in testa per gran parte della gara. Riesebeek, Kuzmin, Radice, Hermans e Davide Baldaccini arrivano a prendere addirittura 7 minuti dal gruppo. Ma ai meno 27 la Trek di Vincenzo Nibali inizia a fare il forcing e a ridurre il gap coi fuggitivi.
Il siciliano vuole vincere sulle strade di casa visto che vive a Lugano a soli 37 chilometri da Varese. Grazie a Brambilla la Trek si riporta sotto e all'ultimo giro la fuga è ripresa.Da lì in poi un gruppetto di 12 corridori si stacca. Dentro c'è gente come Nibali, Kwiatkowski e il campione olimpico Greg Van Avermaet.
Ma il trio delle meraviglie non ha fatto i conti con Izagirre che a 8 chilometri dal traguardo rompe gli indugi e sorprende tutti in discesa. Il campione basco dell'Astana macina secondi, approfittando della scarsa collaborazione nel gruppo degli inseguitori.
Così in un clima basco è Izagirre al alzare le braccia al cielo in Via Sacco dopo 4 ore e 41 minuti di gara. Dietro di lui in volata si piazza il compagno di squadra Alex Aramburu che batte al fotofinish Van Avermaet.
Nibali chiude quinto, ma le sensazioni per la Milano-Sanremo sono buone. Lo squalo è pronto a mordere.