Quei tifosi che ha fatto sognare sono lì a trattenere il fiato. A pregare e trattenere il fiato. A sperare e invocare il miracolo. Fuori il Centro Ospedaliero Universitario di Grenoble è un grande altare, dentro Michael Schumacher lotta per la vita. In condizioni critiche dopo il fuoripista di sci concluso ieri contro una roccia. “Lesioni diffuse, estese, impossibile dire se ce la farà” è tutto quello che il responsabile dell'equipe medica si sente di dire nel breve momento organizzato oggi con i giornalisti che continuano ad arrivare da tutto il mondo. La procura di Albertville, dove Schumacher sciava, ha aperto un inchiesta per accertare dinamiche dell'incidente e negligenze eventuali. Un atto dovuto, tecnico. Al momento anche poco interessante. Si aspettano i bollettini. Arriva solo un comunicato nel pomeriggio. E' della famiglia che ringrazia per l'affetto. Compare il chirurgo che accende una fiammella: “Non è necessario un altro intervento. Quello di ieri notte è tecnicamente riuscito”. Ma la felicità dura poco: “Il decorso post è l'aspetto più duro. Aspettiamo”. Appunto, aspettiamo.
Roberto Chiesa
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