Una finale così giovane ad Indian Wells mancava da inizio secolo e a conquistare il prezioso torneo è Naomi Osaka, ventenne numero 44 del ranking WTA e capoclasse della generazione '97 alla conquista del mondo. Batte in finale Dasha Kasatkina e inaugura forse il primo atto di un duello destinato a durare anni. Osaka picchia e anticipa, Kasatkina invece usa magnificamente il rovescio lungolinea. Hanno stili di gioco diversi, la nippostatunitense tira il cross, la russa disegna le righe. Osaka è più solida, e mentre Kasatkina resta in partita, aggrappata con fatica ad una giornata tutta in salita, prende il largo. Domina in 72 minuti da investire in un futuro da predestinata. 6-3, 6-2. Oggi, ad oggi, la più forte è lei. Perchè ad un tennis molto redditizio, fino ad ora causa giovane età, la regina ha abbinato cali di tesione e distrazioni fatali. Non in questa finale dominata dalla prima all'ultima palla. Intensità, qualità, continuità invece hanno firmato il primo trionfo in carriera di una ragazzona che solo critici e palati fini conoscevano, e che da oggi è a pieno titolo tra gli astri nascenti di uno sport tradizionale per eccellenze eppure capace come pochi altri di aprirsi ai giovani.
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