L'Ippica è al collasso

L'Ippica è al collasso.
Dietro ai due minuti di una corsa, c’è un mondo fatto di 50.000 persone tra allevatori, atleti e personale. Che oggi alza la testa perché la situazione, dice, si è fatta insostenibile. “Salviamo l’Ippica Nazionale” è lo slogano scelto dal settore per protestare in tutte le piazze d’Italia. Qui siamo a Cesena, sede di un impianto storico che regge in controtendenza con i numeri drammatici della crisi. Non c’è futuro, è il pensiero comune. Perché se le vincite sono il principale sostentamento, come si può far fronte a tagli che liofizzeranno i proventi da 410 milioni di euro a 230. La prospettiva per tutti i piccoli allevatori è la chiusura delle scuderie, mentre per i più quotati si potrebbe aprire il mercato europeo. L’Ippica tedesca, francese e inglese tira eccome. Minacciano la serrata degli Ippodromi ma propongono anche, gli allevatori, una diversa ripartizione delle quote scommesse sulle quali lo stato trattiene il 40 per cento e 80 milioni finiscono nelle casse dell’ex Unire per mantenere una burocrazia oggi inutile e superata.

Roberto Chiesa

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