La Goggia si inventa un argento da leggenda
Dicevano che il miracolo sarebbe stato esserci per lei, lei che meno di un mese fa dopo un volo pazzesco se ne stava distesa a pelle di leone sulla pista di Garmisch con una microfrattura al perone e un legamento messo male. Ma lei, sempre lei, è Sofia Goggia. Le è bastato aver perduto la possibilità di portare la bandiera, ma la sua gara no. Si è buttata in discesa come fosse al top della forma, rischiando ad una curva di sentire crack. Lei guardava solo in basso, il traguardo, avvicinarsi. Fino a tagliarlo per prima. Una leggenda per nulla rovinata dal capolavoro della svizzera Corinne Suter che con classe e ossa a posto ha finito per precederla di un nulla come 16 centesimi. L'argento di Sofia Goggia è un omaggio al talento e al coraggio di questa immarcabile bergamasca atipica anche nel sorridere a tutti. Ma l'Italia della velocità non corre, vola. Al terzo posto c'è la minore delle sorelle Delago (Nadia) che si scatena nell’ultimo tratto della pista e serve il sorpresone. Bronzo. E' un vanto, un'altra medaglia da lucidare nel giorno di Sofia. La Goggia, campionessa uscente a Pyeongchang e forse ancor più dorata nell'argento di oggi. Venti giorni dopo le macerie di un sogno che sembrava esserle crollato addosso. Sarà una grande festa di tutto il quartetto azzurro che si completa con il quinto posto di Elena Curtoni e l'undicesimo dell'altra Delago (Nicol). La valanga rosa è tornata nel giorno più importante.
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