Lazio Calcio: accuse di aggiottaggio

Lazio Calcio: accuse di aggiottaggio.
Forse già dalla prossima settimana arriveranno risposte sull’inchiesta di aggiotaggio in merito all’acquisto della società Lazio da parte di una presunta cordata di imprenditori sammarinesi. Tutto dipenderà da quando il pm Giuseppe Amato chiuderà l’inchiesta, depositando gli atti. Nella migliore delle ipotesi già dalla prossima settimana, sicuramente entro la fine di luglio. Giovedì mattina intanto, l’avvocato Maurizio Riccardi, uno dei rappresentanti della cordata di presunti imprenditori sammarinesi intenzionati all’acquisto della Lazio, ha depositato una memoria difensiva al Pm, atto che ha di fatto evitato l’interrogatorio. Insieme a Riccardi sono indagate altre quattro persone, tutte già interrogate lo scorso primo luglio. L’accusa è quella di aggiotaggio. Si tratta di un reato che viene commesso da chiunque divulghi notizie false e tendenziose inerenti a merce in vendita sul pubblico mercato o quotata in borsa, al fine di variarne i prezzi verso valori maggiori o minori di quelli reali. Un reato non semplice da identificare, data la difficoltà di stabilire confini esatti fra disinformazione ed azione deliberata. L’inchiesta del Pm dovrà appurare se proprio con questo intento si sono mossi Riccardi e gli altri rappresentanti della presunta cordata di imprenditori, quando nel settembre scorso hanno presenziato a varie conferenza stampa dichiarando, per conto dei propri assistiti, di voler acquistare la società calcistica romana. Le voci avevano tirato in ballo all’epoca i nomi di super acquirenti, soggetti solidi dal punto di vista economico e finanziario, si era parlato di importanti banche e anche dell’imprenditore Ernesto Bertarelli, proprietario del consorzio Alinghi trionfatore nella Coppa America di vela. L’effetto fu quello, da un lato, di rendere particolarmente appetibili le azioni della squadra, dall’altro quello di insospettire l’autorità di controllo, il cui rapporto è passato prima sul tavolo della Procura di Roma, per finire poi in mano alla Guardia di Finanza.

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