La cosa interessante sarebbe scovare quello che un giorno ha detto e scritto che il calcio è uno sport crudele. Perché pensare che una tra Lecce e Cesena si salverà certifica il contrario: il calcio è un padre buono. Sorpresi dal vantaggio rocambolesco di Corvia, i bianconeri ci mettono mezz’ora a capirci qualcosa e qui il Lecce mostra tutto il suo poco. Avesse azzannato la preda, probabilmente l’avrebbe chiusa. E invece si scrollano i romagnoli, Jimenez recupera di furbizia e la mette dove ci sarebbe solo Bogdani. Perché non ci creda resta un mistero. Dopo un quarto d’ora di niente nella ripresa Ficcadenti aziona il frullatore: dentro Budan per avere chili e centimetri nel tridente e l’idea che il tecnico cerchi peso è confermata anche dall’altra mossa Sammarco per Giaccherini. Il Lecce si accontenta e amministra e De Canio da una mano quando toglie Corvia perché la fisicità dell’attaccante giallorosso dava fastidio e come. L’avanti coi carri dell’ultimo quarto d’ora produce le due cose da salvare: una manina di Nenad pescata da Bergonzi e brutalizzata dal dischetto da Igor Budan. Chissà perché lui che non tira in porta da oltre un anno sul dischetto che sapeva quasi di serie B, mentre Jimenez e Colucci c’erano e si guardavano. A 30 secondi dall’apocalisse Bogdani si arrampica in cielo e gonfia la rete. Forse c’è ancora un po’ di A nel destino del Cesena, ma nessuno dica più che il calcio è crudele.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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