La zona più bella di Mersin, ripulita e gradualmente riempita di turisti e' quella che si affaccia sul mare. Un mare che se la tira ed è pochissimo abbordabile, nemmeno una lingua di sabbia o una piattaforma per approcciare. Scogli e sassi per cui l'idea del salvifico bagno resta appiccicata addosso come la camicia tatuata sulla pelle fin dal primo mattino. Solo piscine, per chi ha tempo. Su un mare che non si concede hanno costruito "Marina", una bella darsena con negozi, locali e ristoranti per chi la sera vuol sentire un po' di fresco. Si mangiano cose discrete spendendo solo un po' di più. E si sente musica. Occidentale a misura di Giochi, dal vivo. E si incontrano coppiette che si promettono o anche solo se la giocano per una sera. È la metà del paese che guarda ad ovest, all'Europa. L'altra resta dietro gli scuri delle case, i veli delle donne, lo sguardo torvo dei militanti. L'altra si vede poco anche sui campi di gara. Al Tiro con l'Arco, dove sono mentre posto, c'è solo e soltanto roba d'importazione.
Roberto Chiesa
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