17 anni tra i pro che si chiudono con una scena vista e rivista, a tutte le latitudini e in tutti i contesti. Mark Cavendish dà l'addio al ciclismo alla sua maniera, con una vittoria allo sprint. Il sipario cala al Singapore Criterium, dove il britannico dell'Isola di Mann batte sul traguardo Jasper Philipsen e Arnaud De Lie. Il tutto in una giornata a lui dedicata fin dal via, coi colleghi/avversari ad omaggiarlo prima della partenza con una passerella d'onore.
Non nasconde l'emozione il 39enne Cavendish, che proprio quest'anno ha messo il punto esclamativo a una strepitosa carriera da velocista facendosi recordman unico di vittorie di tappa al Tour de France: 35, la prima a Chateauroux nell'08 e l'ultima lo scorso 3 luglio a Saint Vulbas, quando dopo due anni di digiuno ha trovato lo squillo per staccare, in vetta alla relativa classifica, la leggenda Eddy Merckx.
Un primato in solitaria che era forse tutto ciò che Cavendish ancora aveva da chiedere al suo percorso: lui che anche a Singapore ha ribadito il suo amore sconfinato per la Grand Boucle e che si era appena congedato dal Giro d'Italia – anche lì, 17 tappe vinte – conquistando la passerella conclusiva di Roma.
D'altronde lui ai grandi giri ha sempre detto la sua, tanto da aver vinto almeno una volta la classifica a punti in ognuno dei tre. Ma Cavendish è anche un 4 volte campione del mondo, in linea nell'11 e in pista nel '05, '08 e '16, quando ha vinto anche l'argento olimpico a Rio. E c'è pure una Milano-Sanremo nel curriculum di uno dei più grandi eroi da giornata, fuoriclasse delle fiammata ma ardente per tutto l'arco della sua lunga epopea sportiva.