Michele Bartoli: "Vi insegno io come si sta in bici"
L'idea è di Giancarlo Di Marco, general manager dell'azienda Prestigio, l'imprenditore che ha introdotto, sul mercato, la filosofia avanguardista della "bicicletta sartoriale". E per dare continuità all'ambizioso progetto del "telaio su misura" si è affidato al corridore che, negli anni '90, veniva unanimemente considerato l'interprete stilisticamente più elegante del ciclismo professionistico: Michele Bartoli. Sarà, infatti, proprio il "Leone delle Fiandre" (vincitore in carriera anche di una Liegi e di una Freccia Vallone) ad offrire ai clienti del Prestigio Lab un consulenza tecnica ad personam: "Ai miei tempi - ha spiegato Michele Bartoli nella conferenza stampa di ieri a San Marino - non si parlava ancora di bio-meccanica o di assetto posturale ideale. Io, però, sono sempre stato un fanatico dei dettagli e il mio telaio lo preparavo sempre con scrupolo maniacale. Per questo, appesa la bicicletta al chiodo, ho approfondito queste tematiche, studiando tutti i testi più autorevoli sulle scienze motorie combinandoli poi con le mie esperienze personali. Oggi sono assolutamente convinto di una cosa: nel mondo della bio-meccanica non esistono regole universali. La bicicletta che va bene per tutti è un'illusione o, meglio, una sintesi limitante di un mercato che, troppo spesso, antepone le logiche del profitto a quelle del benessere dell'atleta. Io sono un sostenitore convinto della 'biomeccanica personalizzata'. Per questo, con Prestigio, siamo andati controcorrente e, prima di costruire una bicicletta 'prefabbricata', abbiamo deciso di studiare il corridore".
Da qui l'idea ambiziosa del telaio "sartoriale", frutto di una filiera complessa che, nel Prestigio Lab, si snoda attraverso cinque tappe: "Per garantire l'assetto perfetto - spiega Di Marco - è necessario un'analisi preliminare che parte dal rilevamento antropometrico, ovvero dalla misurazione completa del ciclista. I dati vengono poi immessi in un software (il Prestigio Data System) e sperimentati con un simulatore. A quel punto entrano in gioco le telecamere che, dopo aver studiato da tutte le angolature la posizione corretta in sella, sintetizzano i dati di riferimento per la costruzione o la messa a punto del telaio. In questo modo la bicicletta diventa un abito cucito ad hoc, un mezzo rigorosamente unico e personale, quello che noi chiamiamo il telaio perfetto". Tra i consulenti del Prestigio Lab c'è anche Giovanni Stefania, dottore in scienze motorie, l'uomo a cui è affidato il compito di fondere l'impostazione empirica di Bartoli con i teoremi basici della biomeccanica: "La pedalata - spiega Stefania - è una peculiarità soggettiva, che diverge da ciclista a ciclista. Il nostro obiettivo è correggere i vizi di postura, ottimizzando il gesto atletico per massimizzare la resa".
La conferenza stampa è stata anche l'occasione per parlare con Bartoli di alcune tematiche del ciclismo di ieri e di oggi: dall'incarico azzurro a Davide Cassani ("Scelta giusta, farà bene") alla tragedia di Pantani ("Il più grande scalatore con cui mi sono confrontato"), dai successi ma anche le grandi sconfitte in carriera ("I mondiali restano il mio grande rammarico") al fenomeno Chris Horner ("Il successo alla Vuelta ha destato sospetti, ma io vi posso garantire che di professionisti così seri ne ho visti pochi").
Comunicato stampa