Miti del ciclismo: presentazione del libro dedicato ad Alfredo Martini
Toscanaccio verace; personalità forte; corridore al tempo di campioni come Bartali e Coppi; maestro di strategia nei trionfi mondiali di Moser, Saronni e Bugno. Tutto questo è Alfredo Martini, un concentrato di carica umana. Simbolo del ciclismo pulito e vincente quando spingeva sui pedali; capace di entrare nella mente e nel cuore dei suoi ragazzi quando li guidava ai trionfi azzurri. Atleti in grado di vincere e rivali tutto l’anno che lui riusciva a convincere al sacrificio per il bene comune. Domani ritroverà uno di quei fuoriclasse. In Repubblica salirà infatti anche Ercole Baldini, il direttissimo di Forlì, campione del mondo nel 1958. Martini, nel libro, ricorda con amore e nostalgia anche un altro campione: Marco Pantani. Quanti i tentativi fatti per intercettarlo e parlare con lui nel momento più buio della carriera. Solo due purtroppo le occasioni concesse dal Pirata. Forse uno dei dolori più grandi dell’ultraottantenne toscano che ha fatto parte di quel gruppo di autentici giganti dei pedali che portò, col sogno della maglia rosa, il primo messaggio di speranza in un Italia appena uscita dalla guerra.