Motomondiale: prima vittoria di De Angelis a Valencia
La cronaca:
E’ vero. A volte la realtà supera l’immaginazione, a volte la vita è molto più emozionante della miglior sceneggiatura. De Angelis davanti a tutti, finalmente. La prima vittoria di Alex nel motomondiale arriva proprio all’ultima di Valencia, quando la Spagna celebra il suo Jorge Lorenzo, ragazzino tutto talento e spigoli venuto dal sole di Maiorca. Primo De Angelis, è bello ripeterlo alla noia ripensando alla storia di questo pilota, ai peccati di mancata cattiveria e alla maledizioni della sorte. E’ l’epilogo più bello per una stagione straordinaria dove il sammarinese, prima di Valencia, era stato capace di salire dieci volte sul podio, per ben sette sul secondo gradino. Ha vinto Alex, finalmente, in uno dei gp meno facili da domare. Subito una toccatina con Barbera, poi la risalita e la decisione di tirare il freno quando davanti Aoyama e Locatelli se la giocavano a carenate. Giusto, questa volta, attendere. A sei dal termine il giapponese è nella ghiaia, Locatelli deve girare largo, perde secondi e lascia la porta aperta al sammarinese che si invola verso la bandiera. L’impennata sul rettilineo ha davvero il sapore di una liberazione, la moto sembra quasi alzarsi al cielo insieme all’urlo di un De Angelis finalmente nell’Olimpo. Dietro la sua Aprilia finiscono Locatelli e Barbera, giù dal podio Lorenzo ma senza problemi la cavalcata mondiale con Dovizioso che chiude nelle retrovie.
La realtà è molto più sorprendente di un film, anche in Motogp. Dovevamo festeggiare Valentino, anche quest’anno il pilota più forte e più vincente. Celebriamo invece il mondiale di Nicky Hayden, il pilota operaio che ha costruito l’impresa sulla sua costanza e gli errori degli altri. L’americano arriva terzo e può bastare perché Valentino parte male con una moto non a posto, sbaglia e va giù all’alba della corsa. Peccato davvero, nessuno avrebbe scritto un finale così, perché di solito nelle favole l’eroe cadere ma nelle ultime pagine si risolleva sempre. Vale ha fatto l’ennesima stagione da paura, ha rimontato un distacco irrimontabile da Hayden. Alla fine mancano cinque punti al suo bilancio, ma guai a tirar fuori i se e i ma. Uno così, uno che ha vinto sette titoli mondiali ed è stato il dominatore incontrastato nell’era motogp si può solo applaudire, proprio come abbiamo fatto poco tempo fa con Schumi dopo un 2006 che assomiglia moltissimo a quello di Vale. Nessun sceneggiatore avrebbe potuto scrivere nemmeno che a vincere nel giorno di Valencia sarebbe stata la Ducati di Troy Bayliss. Per l’australiano, a 38 anni, la prima vittoria in motogp, dopo una gara da cannibale senza mai abbandonare la testa. Dietro di lui il trionfo della Rossa è completato dal secondo posto di Capirossi.
Sembra un film anche quello che succede nella 125: la Spagna celebra in casa il mondiale già stravinto dello spagnolo Bautista, i 125.000 di Valencia salutano invece il garone di due valenciani: primo Hector Faubel, terzo Sergio Gadea. Tra loro, nel campionato monomarca del Team Martinez, si inserisce la KTM di Mika Kallio l’unico quest’anno capace di contrastare il monopolio dell’Aprilia.