In 250 è prima di tutto un grande spettacolo con i 130.000 di Jerez che si godono la doppietta Lorenzo-Bautista. L’iridato in carica da l’impressione di giocare al gatto con il topo, non cercando la fuga ma divertendosi a colpi di carena nel gruppo di testa. Sorprende anche Bautista già al primo podio in 250; piace, moltissimo, il talento puro di Dovizioso capace di dare lezioni nel guidato con un’Honda ancora intimidita dal monopolio Aprilia. Il forlivese è terzo dietro la coppia spagnola, appena giù dal podio invece il sammarinese De Angelis che qui a Jerez raccoglie il massimo risultato possibile. Per lui un week end difficile nella messa a punto: partito tredicesimo sulla griglia Alex è già a ridosso dei primi dopo poche tornate, stacca il giro più veloce ma non riesce a tenere il passo del quartetto di testa. Cade troppo presto Marco Simoncelli, sul più bello Barbera che era lì agganciato al treno dei migliori.
14 millesimi spareggiano la volata fra Talmacsi e Pesek nella 125. Nel derby dell’est-Europa si inchina la Derbi del ceco, esulta invece l’Aprilia del magiaro che conquista anche la leadership del campionato. Terzo, più staccato, il vincitore del Qatar Faubel che fa contenti gli spagnoli. Non una gran giornata invece per gli italiani: Mattia Pasini, partito dalla pole, va subito giù, il talento di De Rosa è appiedato dal motore della sua Aprilia.
Il re si riaccomoda sul trono della Motogp. Dopo cinque gare all’asciutto tra 2006 e 2007, Valentino torna davanti a tutti a modo suo, abbinandoci anche una bella lezione di guida agli avversari. E’ la 46esima vittoria nella classe regina, strano o logico che il numero così magico per il Dottore si sia fatto rincorrere tanto. Bastano poche curve per annullare la pole di Pedrosa, di lì fino alla bandiera lo spagnolino si accontenta di respirare gli scarichi. La festa Yamaha è completata dal terzo posto di Edwards, molto bene anche la nuova generazione con Elias e Stoner appena giù dal podio. Deludono invece gli esperti: settimo Hayden, ottavo Melandri, addirittura dodicesimo Capirossi con l’altra Ducati.
14 millesimi spareggiano la volata fra Talmacsi e Pesek nella 125. Nel derby dell’est-Europa si inchina la Derbi del ceco, esulta invece l’Aprilia del magiaro che conquista anche la leadership del campionato. Terzo, più staccato, il vincitore del Qatar Faubel che fa contenti gli spagnoli. Non una gran giornata invece per gli italiani: Mattia Pasini, partito dalla pole, va subito giù, il talento di De Rosa è appiedato dal motore della sua Aprilia.
Il re si riaccomoda sul trono della Motogp. Dopo cinque gare all’asciutto tra 2006 e 2007, Valentino torna davanti a tutti a modo suo, abbinandoci anche una bella lezione di guida agli avversari. E’ la 46esima vittoria nella classe regina, strano o logico che il numero così magico per il Dottore si sia fatto rincorrere tanto. Bastano poche curve per annullare la pole di Pedrosa, di lì fino alla bandiera lo spagnolino si accontenta di respirare gli scarichi. La festa Yamaha è completata dal terzo posto di Edwards, molto bene anche la nuova generazione con Elias e Stoner appena giù dal podio. Deludono invece gli esperti: settimo Hayden, ottavo Melandri, addirittura dodicesimo Capirossi con l’altra Ducati.
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