Serviva tutto il coraggio del mondo per prendersi un pezzo di questo Tour. Che Vincenzo Nibali aveva preparato e che rischiava di dover vivere senza lasciare il segno. Sempre a contatto con i primi, mai in grado però di staccarli e meritarsi la copertina. Fino a ieri, quando il messinese è tornato lo Squalo e si è inventato una roba, osiamo?, si...alla Pantani. Attacca a 60 km dall'arrivo, manca ancora una vita e costruisce la prima parte dell'impresa insieme al francese Rolland che piano piano perde colpi e si stacca. Nibali va via da solo e macina gli ultimi 16 chilometri di classe e cattiveria per dire a tutti che un Tour nato male può comunque regalare la perla di un giorno da leone. Nibali come un treno, Contador e Quintana frizzanti, Froome sempre in giallo ma nerissimo nel puntare il dito contro lo Squalo reo di averlo attaccato mentre il leader della classifica combatteva con problemi meccanici. Nibali dice di non sapere e va benissimo perchè tutto fa parte di un giorno d'altri tempi, della drammaturgia del ciclismo. Sono giorni così a far sopravvivere questo magnifico sport a tutti i problemi e gli sconvolgimenti che ciclicamente lo travolgono. A dispetto di quanto scritto ieri sulle Alpi, in classifica sono solo scosse di assestamento. Froome giallissimo con 2'38'' su Quintana che oggi ci prova per l'ultima volta e 5'25'' su Valverde. Nibali è quarto, il podio dista poco più di un minuto.
Roberto Chiesa
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