Niente sciopero: ecco perchè il calcio non si ferma
Sette ore per riscrivere punto su punto il nuovo contratto collettivo. E alla fine tutti d’accordo nel nome del calcio. Si gioca, lo sciopero è solo una minaccia lontana, così vetusta rispetto all’evoluzione della vicenda da sembrare quasi poco credibile. Tutti in campo e tutti contenti anche quelli che una domenica senza calcio proprio no. Ma cosa è successo nel dettaglio in quelle sette ore che hanno cambiato il mondo? Più flessibilità, multe libere e collegi terzi. Sei punti attorno ai quali sarà scritto il nuovo contratto collettivo. Punto primo: l’esclusiva. Un calciatore che intenda avviare un’attività professionale dovrà chiedere preventivo consenso alla società. Nel vecchio bastava darne notizia. La flessibilità è la novità più succulenta. Fino al 100 per cento del contratto più variare in base ai traguardi. Un compenso base di 200.000 euro può arrivare fino a 400.000 euro con premi a obiettivo. Le multe fino al 5 per cento dello stipendio saranno comminate direttamente dai club, per sanzioni maggiori occorre il parere del collegio arbitrale. La sede dei Giudici del Calcio sarà trasferita da Milano a Roma presso la Figc. I presidenti dei collegi, se le parti non si mettono d’accordo, devono essere nominati da un’autorità terza. Per la tutela sanitaria infine, se il calciatore rifiuta le strutture e i professionisti della società, dovrà documentare la chiama fama di chi lo cura. Un’assicurazione pagherà le spese mediche. Basta quindi con gli stregoni. La firma martedì 17. Quindi buon campionato a tutti.
Roberto Chiesa
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