Tra i tanti prodotti della Crabs Academy, ci sono alcuni cestisti che hanno deciso di attraversare l’Atlantico per andare a giocare negli States, come Dimitri Sousa, che gioca per il UVA WISE College, ala piccola classe ’94 di origini brasiliane, formato in Italia tra Siena, Teramo e Rimini, o come Matija Milin, che da due anni veste la maglia dei Fairfield Stags, talento serbo che ha dimostrato le sue qualità contro avversarie di livello come North Carolina: in questa stagione, l’ala di 205 sarà uno dei cardini dell’attacco della sua squadra. Giocano negli Stati Uniti pure due (ex) biancorossi: Pietro Giovanardi, ala del ’99 alla Lutheran High School, e Damir Hadzic.
Il bosniaco quest’anno si è confrontato con il basket oltreoceano indossando la canotta della Arlington Country Day School, dopo aver disputato il campionato di serie B proprio con la maglia dei Crabs nella stagione 2014/2015.
“Sono molto contento della mia esperienza negli Stati Uniti - attacca Hadzic - all’inizio è stata dura perché il ritmo è un altro rispetto all’Italia e all’Europa, inoltre c’è un modo di giocare più ‘selvaggio’ e libero, fatto di uno contro uno e di tiri dopo un passaggio: devo dire che questo aspetto mi è piaciuto perché lascia spazio al talento individuale, permettendo di dimostrare le proprie qualità. La fisicità messa in campo è altissima, tutti i giocatori sono grossi, saltano e corrono veramente tanto: per adattarmi ci ho messo un paio di mesi ma adesso mi sento molto migliorato sotto questo aspetto. La difesa era il mio punto debole, non mi applicavo un granché ma in America ho capito che se non difendi non puoi giocare, quindi adesso sono più aggressivo e ho cambiato mentalità”.
“Negli States, la mia giornata tipo prevedeva sveglia alle 7 - racconta l’ala classe ’97 - colazione poi allenamento individuale prima della scuola: tre ore di lezione e prima di pranzo allenamento con la squadra. Al pomeriggio altre due ore di scuola dopo di che si andava a mangiare all’università e la sera sessione di tiro. Il tempo libero era davvero poco, andavo a letto alle 22 ed ero distrutto: sembrava di essere nei militari, poi con l’inizio della stagione con i tornei e le partite gli allenamenti sono diventati più leggeri. Con la mia squadra, siamo arrivati terzi perdendo in semifinale: abbiamo giocato contro le prime due squadre a livello nazionale, concludendo un’ottima stagione e devo dire che quest’esperienza mi è servita veramente tanto”.
“Ho firmato per Arkansas Little Rock - conclude Hadzic, parlando del suo futuro - è un buonissimo college, che si è qualificato tra le migliori 32 della nazione l’anno scorso accedendo al torneo NCAA. Partirò dopo capodanno per passare il secondo semestre con loro, è una squadra molto forte, sarà un’esperienza fantastica e non vedo l’ora di guadagnarmi i miei spazi”.
Il bosniaco quest’anno si è confrontato con il basket oltreoceano indossando la canotta della Arlington Country Day School, dopo aver disputato il campionato di serie B proprio con la maglia dei Crabs nella stagione 2014/2015.
“Sono molto contento della mia esperienza negli Stati Uniti - attacca Hadzic - all’inizio è stata dura perché il ritmo è un altro rispetto all’Italia e all’Europa, inoltre c’è un modo di giocare più ‘selvaggio’ e libero, fatto di uno contro uno e di tiri dopo un passaggio: devo dire che questo aspetto mi è piaciuto perché lascia spazio al talento individuale, permettendo di dimostrare le proprie qualità. La fisicità messa in campo è altissima, tutti i giocatori sono grossi, saltano e corrono veramente tanto: per adattarmi ci ho messo un paio di mesi ma adesso mi sento molto migliorato sotto questo aspetto. La difesa era il mio punto debole, non mi applicavo un granché ma in America ho capito che se non difendi non puoi giocare, quindi adesso sono più aggressivo e ho cambiato mentalità”.
“Negli States, la mia giornata tipo prevedeva sveglia alle 7 - racconta l’ala classe ’97 - colazione poi allenamento individuale prima della scuola: tre ore di lezione e prima di pranzo allenamento con la squadra. Al pomeriggio altre due ore di scuola dopo di che si andava a mangiare all’università e la sera sessione di tiro. Il tempo libero era davvero poco, andavo a letto alle 22 ed ero distrutto: sembrava di essere nei militari, poi con l’inizio della stagione con i tornei e le partite gli allenamenti sono diventati più leggeri. Con la mia squadra, siamo arrivati terzi perdendo in semifinale: abbiamo giocato contro le prime due squadre a livello nazionale, concludendo un’ottima stagione e devo dire che quest’esperienza mi è servita veramente tanto”.
“Ho firmato per Arkansas Little Rock - conclude Hadzic, parlando del suo futuro - è un buonissimo college, che si è qualificato tra le migliori 32 della nazione l’anno scorso accedendo al torneo NCAA. Partirò dopo capodanno per passare il secondo semestre con loro, è una squadra molto forte, sarà un’esperienza fantastica e non vedo l’ora di guadagnarmi i miei spazi”.
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