Il Cesena la perde e la prende male. La prende male perché una partita da 0-0 è stata decisa da un colpo di testa di Soncin in fuorigioco non segnalato dall’assistente Galloni che era proprio in linea con il cross di Di Nardo lasciando troppo spazio ai cattivi pensieri. Prima e dopo la truffa, poca roba. Perché il Cesena di colpe ne ha. Per esempio quella capitale di avere gestito senza cercare l’affondo e di non aver aggredito come al solito soprattutto con gli esterni. Il Padova ha tenuto palla ma nel primo tempo ho costruito zero e sono stati gli ospiti ad andare vicino al gol con Do Prado e Giaccherini. Nella ripresa cambia poco o nulla. Il Padova si produce in un lento e stucchevole giro palla, ma il Cesena rinuncia anche a ripartire e non punge praticamente mai. I cambi peggiorano la sostanza, insomma il pareggio sempre cristallizzato e l’impressione è quella che si possa giocare sei ore senza che nulla succeda, di qua e di là. Alla fine il pareggio va meglio al Cesena, perché il Padova senza vincere non esce mai dalla crisi. Inatteso ed irregolare spunta dal nulla l’1-0. Di Nardo lavora un grande pallone e Soncin prende bene il tempo perché parte un metro avanti ai difensori. Finisce 1-0 e il Cesena ha le sue colpe sulle quali meditare, ma anche bruttissimi segnali sui quali riflettere extracampo sui quali riflettere.
Roberto Chiesa
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